venerdì 26 settembre 2008

Shimano Aero Technium MgS 10000 XSA







Vi presento i miei 2 nuovi mulinelli, che mi sono arrivati stamattina direttamente a casa. Si tratta del top della produzione Shimano sul mercato italiano, i nuovi Aero Technium 10000 Xsa con corpo e rotore in lega di magnesio e bobina di duralluminio forgiata a freddo.



Leggerissimi, peso dichiarato 490 gr senza monofilo. E in realtà è il loro peso effettivo, perchè da buon critico li ho voluti pesare sulla bilancia elettronica, e il display si è fermato a 492,27 gr. Glieli posso anche perdonare a Shimano quei 2,27 grammi in più, visto che si tratta di mulinelli bellissimi, esteticamente spettacolari, e non appena si gira la manovella si può apprezzare una meccanica fluida e senza intoppi, un movimento perfetto come un orologio svizzero.



La cosa che mi stupisce di più è il loro peso, davvero senza precedenti. In pesca e soprattutto nel lancio possiamo apprezzare quelle leggerezza che sicuramente ci darà qualche metro in più o almeno ci renderà il complesso pescante più bilanciato.



All'inizio ero indeciso se prendere questi o dei modelli Daiwa giapponesi inesistenti sul mercato italiano che mi avrebbero spedito direttamente dal Giappone dopo averli ordinati su internet. Il prezzo era nettamente inferiore agli Shimano, il peso andava dai 360 gr per quello meno economico ai 5 etti per quello meno costoso, però al prezzo finale andavano sommate le spese di spedizione, le tasse doganali e in più la paura che in quel lungo viaggio potessero andar spersi a danno mio e senza che potessi aver un rimborso. In più i modelli erano tutti senza garanzia italiana e sprovvisti della bobina supplementare. Così ho deciso e ho preferito gli Shimano che mi offre un prodotto al top della produzione mondiale con 3 anni di garanzia con riparazione e/o sostituzione del mulinello entro 10 giorni, e in più la bobina di scorta che per chi come me fa le gara è qualcosa di fondamentale.


I due nuovi Technium vanno ad affiancarsi ai miei 2 Aero Technium 10000 XT, ormai stra-collaudati, che mi hanno accompagnato in centinaia di battute di pesca, affrontando mare, pioggia, vento, sale, sabbia e pesci a volte anche grossi senza mai battere ciglio.


Ancora non li ho provati in pesca, ma in questo autunno li strapazzerò bene bene tra provinciali e campionati italiani, seguirà un articolo su impressioni a caldo di questi gioellini. A presto!

mercoledì 24 settembre 2008

Settembre, stop ai divieti e via alla pesca!



L'estate è finita e con lei finiscono anche tutti quei divieti che per tutta la stagione ci avevano impedito di pescare lungo la maggior parte degli arenili della nostra penisola.

Lo spettacolo è a dir poco affascinante, le lunghe spiagge che si perdono a vista d'occhio e che fino a poco tempo fa erano invase da una massa rumorosa di bagnanti e di ombrelloni e di canoe e piccole imbarcazioni e di boe che ci ostruivano la nostra azione di pesca, adesso si presentano vuote e calme, con un silenzio quasi irreale interrotto solo dal ritmico infrangersi delle onde sul bagnasciuga.

Un oasi di pace e relax da sfruttare al meglio, cogliendo quel tiepido caldo che ancora spira, ricordo di un estate ormai trascorsa, per catturare le prede dei nostri sogni e per fare carnieri indimenticabili.


Settembre è a mio parere uno dei mesi migliori per scendere in spiaggia.

Le prede sono tutte quelle estive e in più iniziano ad entrare quelle tipiche dell'inverno.

Parliamo soprattutto di grosse orate da catturare sulla lunga distanza nelle ore più tiepide della giornata, o sfruttando i cambi di luce dell'alba o del tramonto, innescando esche selettive che non siano disturbate dalla minutaglia che ricordiamo, in questo periodo è più massiva e fastidiosa che mai. Quindi grossi bibi, americani scelti tra quelli più belli e in "carne".

Potrebbero andar bene anche esche più classiche e reperibili direttamente sul luogo di pesca come granchietti di sabbia o cozze, ma parliamo di un azione di pesca svolta principalmente su una fascia di pascolo abbastanza distante da riva e le esche in questione ci rallenterebbero non di poco la gittata.

Complice il fatto che le orate, quelle più grosse per intenderci, stazionano ancora molto lontano da riva e per prenderle dovremo affinare tutto il sistema pescante, partendo dal calamento che dovrà essere più pulito che mai con un solo lungo finale, a mio parere meglio se in fluororcarbon e amo in acciaio del tipo beack per supportare l'apparato dentale di questo pesce che come sappiamo è molto sviluppato e in grado di rompere facilmente ami non dedicati.

Per le canne useremo solo attrezzi da distanza che potranno essere a seconda dei gusti ripartita con rotante per i più tecnici ed esperti o le classiche super tele con mulinello a tamburo fisso.


Cambia musica per le mormore. Questo grufolatore infatti, preda estiva abituale, adesso raggiunge taglia impressionanti e un'alta concentrazione soprattutto nelle ore notturne, dal calasole in poi.

La distanza questa volta non è fondamentale. Grossi branchi di mormore sono catturabili a qualsiasi distanza da riva, ma sarà più facile imbattersi in questo caso in esemplari di piccole dimensioni che andranno prontamente slamati e rilasciati con cura per evitare di fare inutili stragi, sperando che lo stesso pesce si ripresenti l'anno prossimo, magari cresciuto e più in carne che sicuramente ci darà maggiori soddisfazioni.

Esca migliore, inutile dirlo, sarà l'arenicola.


Ma settembre non è solo mese di mare calmo ed estivo, ma cominceranno proprio ora le grosse mareggiate tipiche dei mesi invernali più inoltrati, che andranno affrontate con attrezzi più pesi e in grado di reggere grossi piombi da tenuta, lasciando da parte le leggere tele da beach che ci hanno accompagnato durante la stagione calda.

Le grosse mareggiate sconvolgeranno la conformazioni degli arenili creatosi durante l'estate, smuoveranno il fondo e porteranno a galla tutti quei microrganismi sotterrati creando un favorevole luogo di pascolo non molto distante da riva.



A breve approfondiremo anche questo.